Recensione: Alan Smith di C.J. Martin

21:09:00


Finalmente riesco a pubblicare un'altra recensione! Questa volta trattasi del romanzo di fantascienza apocalittico di C.J. Martin, "Alan Smith", che mi è stato inviato gentilmente dalla casa editrice Triskell. Il romanzo mi è piaciuto, ha anche molti spunti di riflessione che elencherò tra poco. Sto anche piano piano prendendo dimesticatezza con Blogger (e soprattutto con l'editor html XD), e anche questa volta la recensione avrà un aspetto diverso. Spero prima o poi di trovare lo stile giusto ^^''.


Premetto che non ho mai apprezzato molto il genere fantascientifico, forse perché non mi sono mai piaciute ambientazioni futuristiche o spaziali. Questo romanzo, però, mi ha presa. Non lo definirei di genere fantascientifico, però, quanto, piuttosto, horror apocalittico. Infatti, scordiamoci navicelle spaziali e ricordiamoci dei cari vecchi zombie che hanno accompagnato molti di noi tra film, telefilm e video musicali.
Alan Smith, il protagonista del romanzo, è un ragazzo come tutti noi, con una fidanzata e una famiglia non proprio unita. Va a scuola, fra alti e bassi, e ha alcuni amici. Abita in un posto chiamato Grom Lake, molto tranquillo... in apparenza. Poco alla volta, infatti, Alan si accorgerà che qualcosa non va come dovrebbe andare, che certi elementi stonano con la routine del luogo e della sua vita, fino all'agghiacciante avvenimento: un giorno, Alan scopre che i suoi genitori, all'improvviso, si sono trasformati in voraci morti viventi indemoniati, e che tutta Grom Lake è diventata un abisso di orrore. Ma il bello (o forse il brutto) non finisce qui! Dopo essersi riunito assieme a superstiti in una chiesa della cittadina, apprenderà che vi sono anche dei demoni in giro per le strade, assieme a misteriori personaggi che si proclamano angeli caduti. Alan scoprirà anche di essere dotato di super poteri che gli potrebbero aiutarlo a scacciare questo nuovo terrore.
In una narrazione che si legge velocemente e in una folle corsa contro il tempo, Alan Smith si ritroverà coinvolto in una vorticosa spirale di avvenimenti, uno più folle e misterioso degli altri, sino al finale, che lascia aperti nuovi interrogativi.



Il romanzo ha uno stile di scrittura molto semplice e veloce da leggere. Uno stile di scrittura scorrevole che a cui fanno da contrasto i numerosi temi legati.
Innanzitutto, quello del destino e della predestinazione: più volte l'autore, con la voce di Alan (poiché il romanzo è scritto in prima persona) batte questo tasto, sul fatto che non esistono coincidenze e che ognuno di noi è destinato a qualcosa, bella o cattiva che sia. Ed è proprio il caso del protagonista, da ragazzo schivo, comune e anche un po' "invisibile", a predestinato, una sorta di eletto, che ha nelle sue mani le sorti dell'umanità. E' un po' la storia della vita di molti di noi, e che ci spinge a domandarci se le nostre azioni, all'apparenza un po' insensate, non siano davvero mosse da qualcosa di "superiore".
Ho trovato forte anche l'elemento della religione, sia perchè i "cattivi" del romanzo sono una sorta di angeli caduti vendicativi, sia per le ripetute riflessioni sul perché Dio abbia lasciato che una civiltà venisse annientata senza un apparente motivo. Se poi aggiungiamo il fatto che il nuovo mentore di Alan sia un prete, e che all'interno della sua chiesa si trovino dei reperti archeologici di razze estinte da secoli, che altro non sono che gli angeli caduti che vogliono impossessarsi della terra, e che il futuro re sarà proprio il diavolo impersonificato, ecco che la lotta tra Bene e Male è più viva che mai.
In definitiva, un romanzo che mixa horror, fantascienza (per i super poteri che Alan scopre di avere), scenari apocalittici nella perenne lotta tra buoni e cattivi.
Avrei preferito, però, una maggiore specificazione del ruolo di questi angeli caduti e dell'arrivo del nuovo emissario del Diavolo. Spesso mi sono trovata un po' confusa sul correre frenetico degli eventi, cercando di starvi dietro senza perdere il filo. Ciò non toglie che il romanzo mi sia piaciuto, anche per questo suo essere un po' sui generis, un po' diverso da quelli che sto leggendo ultimamente, e per via dei temi trattati.
Non ho molto apprezzato il finale, apertissimo: è così perché l'autore vuole che siamo noi lettori a decidere come andrà avanti (o come effettivamente si è svolta la storia), o è perché avremo in futuro nuovi capitoli? Il dubbio c'è, ed è anche visibile: emblematico che la scritta "Fine" nell'ultimo capitolo sia accompagnata da un punto interrogativo.

Il mio voto:

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